Lo stregone dei dati - The data warlock #006
Combinare dati e informazioni mediante tecnologie trasformative, per gestire l'azienda come una "data & technology company".
“Tutto fa pensare che l'uomo d'oggi sia più che mai estraneo vivente tra estranei, e che l'apparente comunicazione della vita odierna − una comunicazione che non ha precedenti − avvenga non tra uomini veri ma tra i loro duplicati.”
Eugenio Montale
Benvenuto alla newsletter dello Stregone dei dati. Seguimi in questo viaggio alla ricerca del tesoro nascosto della competitività di impresa. Saranno necessari molti incantesimi per superare le prove disseminate lungo il percorso, ma non temere: quelli che sembrano sortilegi in realtà sono il risultato dell’applicazione delle tecnologie digitali all’universo di dati che ci circonda.
Il mondo, in fondo, è un’informazione, e questa è la chiave per viverci e prosperare.
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Chi vincerà la prossima guerra?
"In un orizzonte temporale di 15 o 20 anni non abbiamo alcuna possibilità di vincere contro la Cina. Già adesso i giochi sono fatti; per come la vedo io, ormai è andata. Che poi questo venga dimostrato o meno attraverso una guerra, tutto sommato è un particolare."
No, non è il protagonista di una serie Netflix a parlare; è l’ex capo della tecnologia del Pentagono (“first chief software officer”), dimessosi a settembre dello scorso anno in quanto riteneva il suo ruolo ormai inutile. Troppo veloci i progressi dei cinesi nell’Intelligenza Artificiale, nella biologia sintetica e nella genetica, a fronte di un occidente che a differenza del gigante orientale è frenato dal disallineamento tra il governo e i grandi della tecnologia (no comment) e da preoccupazioni etiche (absolutely no comment).
Effettivamente sempre nei mesi scorsi, si è appreso che la Cina all’insaputa del resto del mondo ha avuto a disposizione per anni il più potente supercomputer del mondo. Infatti già nel 2019 (così pare) il paese asiatico ha potuto disporre di un sistema a 315 petaflops e di uno a 260 petaflops, macchine, anzi super-macchine, parecchio più potenti di quelle utilizzate dagli americani, che si fermano a 148 petaflops.
Si sospetta che attualmente i cinesi dispongano di due supercomputer con una potenza superiore all’exaflop.
Ma quant’è un exaflop, vi chiederete voi? Me lo chiedo anch’io, ed ecco la risposta, per la mia e vostra utilità. Una potenza di un exaflop corrisponde alla capacità di elaborare 10 alla diciottesima operazioni a virgola mobile al secondo.
10.000.000.000.000.000.000 operazioni al secondo, se ho contato bene gli zeri.
Il nuovo presidente americano Biden reagisce, o prova a farlo; chiede al congresso l’approvazione di un budget per la difesa di 745 miliardi di dollari (745.000.000.000 $), in crescita sull’anno precedente, e il congresso non solo l’approva, ne aggiunge altri 25 (miliardi), tipo il salumiere “che faccio signora, lascio?”.
Le nazioni dunque, le grandi nazioni, competono per la supremazia nell’arena dell’intelligenza artificiale e della capacità di calcolo. I venti di guerra, quando soffieranno nuovamente, porteranno il rombo dei cannoni o piuttosto il poderoso, anche se sommesso, ”hum” delle CPU?
La guerra intelligente è già cominciata. Dico “guerra intelligente” nel senso di intelligenza artificiale, ma è un tragico ossimoro; perché l’inganno atroce della guerra parte dai nascondimenti del linguaggio.
Giorno 1
Inizia la battaglia degli hacker. Appoggiandosi a sofisticate architetture di crittazione/decrittazione alimentate da supercomputer e computer quantici, squadre di migliaia di geek si affrontano per impedire l’accesso ai propri sistemi e guadagnare quello ai sistemi altrui.
Vengono sfruttate (exploitate) le backdoor costruite e poi nascoste in anni di paziente lavoro sotterraneo. Si usa di tutto, da algoritmi di incredibile complessità a truccacci da pirata informatico della peggior risma. Gli uni e gli altri sfruttano le vulnerabilità aperte nei linguaggi o nei dispositivi hardware, scoperte nel tempo e poi accuratamente celate. Un gioco che accoppia competenze raffinate e astuzia ferina.
I cannoni, gli obici e i mortai sono sostituiti da architetture SaaS che vengono riempite dalle munizioni del codice, di banche dati e indirizzi di rete, lanciando attacco su attacco.
Gli assalti del nemico al proprio perimetro vengono rintuzzati, respinti, annullati per poi approfittare degli stessi veicoli predisposti dagli avversari per alimentare feroci controffensive. Quando non si riesce a contenere l’impeto delle truppe nemiche si procede all’isolamento dei sistemi compromessi, tentando di ridurre le perdite.
Lo scopo è l’ingresso nei sistemi avversari: la griglia elettrica, le centrali energetiche, le dighe, le autostrade e le altre vie di comunicazione, i sistemi per il controllo del traffico aereo, le macchine per l’arricchimento dell’uranio, i sistemi di difesa (simpatica espressione per indicare missili nucleari tattici o strategici, carri armati, bombardieri, sottomarini o navi da guerra), e così via.
Le “truppe” sono schierate all’interno di edifici super segreti, super sicuri, mani sulla tastiera, lattina di soda al cinturone. Il sacro graal che inseguono è mettere le mani sulla rete di comunicazioni, chi arriva lì ha vinto.
Le ferite inferte sono reciproche. Il paese collassa, non funziona più nulla, le dighe si aprono, travolgono e allagano intere contrade; si verificano fughe radioattive nelle centrali nucleari, esplosioni dappertutto; gli aerei cadono e i treni deragliano; le automobili smettono di colpo di funzionare; il traffico di merci e servizi è interrotto.
Le notti non sono più illuminati dalla luce artificiale, le case non sono più riscaldate, per qualunque compito occorre fare ricorso a strumenti fisici, manuali. Dopo qualche giorno finiscono le scorte dei beni primari per la popolazione, prima le città poi le campagne retrocedono immediatamente a modi di vita da età del bronzo, altro che silicio, in poco tempo si perdono migliaia di anni di evoluzione.
E’ il caos, il collasso dell’autorità costituita, homo homini lupus, l’unica legge valida è quella del più forte, l’unica pratica utile il saccheggio e la violenza.
“Tua madre e tuo padre suderanno e lavoreranno come schiavi
Per costruirti una bara e scavarti una fossa
Fai silenzio, piccolo, non piangere mai
Ce l’abbiamo noi un giocattolo che può metterti a riposo”
Così canta il corvo sulla cullaThe crow on the cradle, di Sydney Bertram Carter
Giorno due
Lassù in alto, in alto nel cielo, è già partita e già si sta per concludere un’altra battaglia, quella per distruggere l’infrastruttura dei satelliti, fondamentale per i sistemi di posizionamento, di tracciamento e di mira. I raggi laser solcano il cielo per inibire, disattivare, danneggiare o distruggere la flotta nemica.
Viene modificata la traiettoria dei satelliti secondo un complesso sistema di calcolo di angoli, velocità e traiettorie per farli rimbalzare tra di loro, distruggersi a catena, o addirittura piombare sul pianeta. Con il calcolo più appropriato i satelliti diventeranno micidiali bombe a devastare il territorio nemico.
Non sacrificheremo più le vite di giovani coraggiosi
Per l’avido luccichio negli occhi di qualcuno
Portateli a casa, basta, ora portateli a casaBring them home, di Pete Seeger
Giorno tre
In cielo aperto si affrontano gli stormi di droni caccia. Centinaia, migliaia di apparecchi il cui funzionamento e coordinamento reciproco è gestito in tempo reale dagli algoritmi di AI che li governano. Questa battaglia dura pochi minuti, se non secondi, con la velocità istantanea tipica dei sistemi informatici. La struttura di coordinamento più efficace, vale a dire il sistema di intelligenza artificiale maggiormente sofisticato e performante, si impone su quello nemico e lo stormo avversario viene subitaneamente annichilito.
La via è ora aperta ai droni da bombardamento, che raggiungono velocemente tutte le parti del territorio nemico, ormai senza protezione, e con precisione chirurgica, vale a dire con margini di errore di pochi centimetri, centrano e distruggono tutti gli obiettivi militari e civili degni di attenzione.
Droni più piccoli utilizzano diversi sistemi di riconoscimento per identificare le persone sensibili e sterminarle. Dove è possibile scorgere il volto, questo viene riconosciuto dai sistemi appositi, che lo identificano confrontandolo con le banche dati predisposte da tempo; se il volto è coperto, si analizza la gestualità e lo schema comportamentale per identificare l’identità con sufficiente approssimazione; se le persone sono rintanate, si calcola la probabilità della residenza in un determinato posto o edificio, e si agisce di conseguenza.
Si inizia da ufficiali e sotto ufficiali; l’esercito nemico è decapitato, senza guida, si sbanda velocemente e iniziano le rese di massa.
Si prosegue con politici e funzionari statali, insegnanti, medici e infermieri, manager e imprenditori, oltre a tutto il personale dotato di competenze tecniche utili. Tutti spazzati via per eliminare la capacità del nemico di coordinarsi, di decidere, di reagire.
Giorno 4
E’ la fine.
Le armate di robot occupano il territorio nemico. Comandati a distanza dalle basi situate nel deserto del Nevada, o in quello del Taklamakan, si posizionano su crocevia e strade principali, entrano nelle città, eliminano le resistenze residue e danno le necessarie disposizioni alla popolazione.
Il paese è devastato, l’infrastruttura annichilita, tutti gli edifici di una qualche rilevanza sono distrutti. Non c’è più energia né l’infrastruttura necessaria per produrla e distribuirla. Tutti gli apparecchi dotati di una qualche componente digitale (cioè, tutti) sono stati permanentemente frizzati. Automobili, treni, frigoriferi, cellulari, non funziona più nulla.
La classe dirigente e quella tecnica sono state sterminate, chirurgicamente rimosse. Le vittime collaterali sono numerosissime, coinvolte nei bombardamenti intelligenti. Una guerra condotta con un impiego minimo di soldati e con un minimo dispiegamento di armi ha prodotto danni incalcolabili e irreparabili.
Thanks AI!
Venite, signori della guerra
voi che costruite virus e sistemi di intrusione
Voi che costruite droni da battaglia
Voi che costruite l’intelligenza nelle bombe
Vi nascondete nei centri di ricerca
Dietro consolle e tastiere
Voglio solo che sappiate
Che posso vedervi attraverso lo schermo del computerAvete creato il peggior terrore
che possa mai essere scagliato sull’umanità
La paura di portare dei bambini
in questo mondo
Per questo, per la minaccia
a mio figlio senza nome e senza nascita
non siete degni del sangue che scorre nelle vostre veneMasters of war, Bob Dylan, parafrasato
Allora chi vincerà?
Volendo ammettere che sia possibile “vincere” una guerra, la prossima sarà vinta in base a fattori totalmente, radicalmente diversi da quelli validi nel passato.
Potenza computazionale
Competenze informatiche in generale, in particolare quelle relative alla data science
Quantità e qualità dei sistemi di AI che guidano il funzionamento delle armi.
Fattori diversi, modelli e strumenti differenti, ma è sempre la vecchia storia.
Per approfondire: US blacklists Chines quantum computing firms - China has won AI battle with U.S., Pentagon's ex-software chief says - Un colpo a Putin e uno a Xi. La Difesa di Biden va all'attacco con il budget - OSINT & Peacekeeping in Africa
Ancora un po’ di musica
La guerra è guerra, dunque, anche se cyber-guerra.
Nel 1972 si combatteva in:
Vietnam
Laos
Cambogia
Malesia
Eritrea
Guatemala
Rhodesia
Sud Africa
Uganda
Marocco
Katar
Bangladesh
Dahomey
Guinea-Bissau
Israele
Congo
Irlanda del Nord
Oman
Yemen
Argentina
e il ventisettenne canadese Bruce Cockburn cantava così.
Dio, maledici le ali della gloria
Che tengono in alto e fanno volare
i guerrafondai ardenti e sanguinari.
Chiudi una volta per sempre il libro
e una volta per sempre concludi la storia
di tutti gli uomini morti per colpa delle loro parole.
Lascia che il mondo conservi nella propria memoria
che lingue potenti dicono bugie potenti.
E se l'umanità deve avere un nemico
che sia il suo orgoglio bellicoso, che non sia altro che il suo bellicoso orgoglio.