Lo Stregone dei Dati #050
La newsletter dedicata al rapporto tra dati, tecnologia, aziende, persone ... e vita.
“Inflazione significa essere povero con tanti soldi in tasca.”
(Ugo Tognazzi)
Benvenuto alla newsletter de Lo Stregone dei Dati. Seguimi in questo viaggio alla ricerca del tesoro nascosto del successo personale e di impresa. Saranno necessari molti incantesimi per superare le prove disseminate lungo il percorso, ma non temere: quelli che sembrano sortilegi in realtà sono il risultato dell’applicazione delle tecnologie digitali all’universo di dati che ci circonda.
Siamo arrivati al numero 50, e pazienza, non facciamone un dramma.
Scrivere post è un’attività disperatamente poco esponenziale, dove ogni nuovo numero va conquistato nella sua individualità senza alcuna economia di scala di cui avvalersi, se non una modesta curva di apprendimento, compensata per altro dalla fatica crescente di inventarsi ogni volta qualcosa di cui valga la pena scrivere. Assomiglia un po’ all’alpinismo.
Eppure anche qui i numeri si accumulano, crescono e fanno volume. Uno, dieci, cinquanta, presto cento e prima o poi magari mille. Ordini di grandezza come se piovesse.
Già, perché qual è il segno distintivo di questi anni? il fil rouge che invade ogni loro manifestazione? il tessuto connettivo che unisce tutti i fenomeni? Ve lo dico io? Esso è la
INFLAZIONE
Corsa (senza) ostacoli
Uno dei mantra della nostra epoca è “lower the barriers”, abbassare le barriere, eliminarle se possibile. Barriere a cosa? A tutto, accidenti! Ho provato a googlare “10 easy ways to” ed ecco il risultato. Esistono dieci modi facili per:
guadagnare soldi
incrementare la forma fisica
aumentare il proprio benessere
salvare la foresta pluviale
amare i propri figli adolescenti
risparmiare acqua a casa
di nuovo la foresta pluviale e altri modi assortiti di salvare il pianeta
aumentare il metabolismo e dimagrire
e così via. In inglese lo chiamano “hack your life”; trova il trucco per fare tutto facilmente e velocemente, senza sbatta.
In questo periodo autorevoli influencer promuovono, anche in Italia, app che ci riassumono, in 10 minuti, tutto ciò che vale la pena di sapere di un libro. In un’ora ne hai letti sei. Se dedichi mezz’ora al giorno, in un mese ne hai letti 90. In un anno hai divorato la biblioteca di Alessandria nello spazio in cui ingurgiti un double cheese burger.
Uno dei miei rimpianti ricorrenti è quello di non avere abbastanza tempo per leggere. Di questo passo, non è certo il tempo per leggere a fare difetto; quello che mancherà è la disponibilità di contenuti che valga la pena trangugiare.
La pazienza
La legge di Moore ci ha fatto perdere la sottile arte della pazienza, vogliamo tutto e subito e ci stiamo abituando ad avere di più, sempre di più, molto di più, come condizione normale dell’esistenza.
La logica conseguenza è l’inflazione: domani tutto varrà molto meno di oggi.
Tanti anni fa attraversai la Jugoslavia (così si chiamava allora) per raggiungere la Grecia, un paio di giorni di viaggio. Attraversato il confine con la terra di Omero ci rimaneva ancora un pacchetto di dinari che non eravamo riusciti a spendere; banconote dal valore nominale enorme, un milione di dinari, dieci milioni di dinari, sufficienti in realtà per pagarci un pranzo, o una cena.
Breve consultazione tra gli amici che facevano parte di quella indimenticabile avventura: cosa facciamo? Non importa, li spenderemo sulla via del ritorno. Non avevamo fatto il conto con l’inflazione. Il valore di quelle banconote, dieci giorni dopo, era crollato a un centesimo: con i soldi per pagarsi il pranzo ci si comprava una caramella.
Inflazione esistenziale
Non siamo dunque in piena inflazione esistenziale? Non riguarda solo la potenza dei microprocessori e i modelli dei telefonini. Riguarda ad esempio la musica (già che il Festival si è concluso da poco).
A quante canzoni vuoi avere accesso? che diamine, a tutte! In che senso a tutte? A tutte quelle mai pubblicate e che saranno pubblicate nel futuro! Ma qual è allora il valore marginale della possibilità di sentire un singolo pezzo? Ve lo dico io: tende vertiginosamente verso lo zero. Ecco perché i cantanti ormai portano solo il nome proprio, niente cognome o altro di distintivo: non vale neanche la pena di identificarli con precisione.
E’ vero anche per altri tipi di talento, quelli apparentemente inseguiti dalle aziende. Ce n’è bisogno sempre di più, adesso, subito, necessitano con urgenza competenze approfondite su materie inventate poche settimane fa. Ovviamente poi si licenziano in simultanea i talenti di pochi mesi o pochissimi anni fa, inghiottiti nel gorgo dell’inflazione professionale. Oggi un leone, domani …
E poi ci sono i legami affettivi, ebbene sì, la spirale inflattiva riguarda anche loro, è sotto gli occhi di tutti, il gorgo è potente e trascina via tutto.
Come sopravvivere all’inflazione
L’inflazione toglie il respiro e fa venire le vertigini, perché ad ogni secondo che passa quello che possiedo perde valore. Pensavo di avere nello zaino tutto quanto necessario per arrivare alla pensione, invece fra poco, pochissimo, il mio patrimonio non varrà più nulla.
Come si sopravvive a questo gorgo?
Il tempo
Teoria della relatività inflazionistica, riadattata da Einstein: il valore è definito dal contesto temporale di riferimento. L’importo di una fattura non significa nulla se non in relazione ai tempi di pagamento. Smettiamola di chiedere “quanto”, chiediamo piuttosto “quando”. Conta l’oggi, il medio termine non esite più, il lungo termine è una favola, i business plan non valgono le celle di Excel che occupano.
Il patrimonio
Niente immobilizzazioni, niente rendite, niente legami duraturi.
Ho incontrato recentemente un’azienda che ha concluso un accordo triennale con un fornitore di tecnologia. Dovrebbe essere proibito, e in effetti è già proibito dal buon senso. Fra tre anni (in realtà fra uno) quella tecnologia sarà completamente irrilevante e io dovrò continuare a pagarla.
Prediligete abbonamenti rinnovabili di mese in mese. Anche sulla casa dove abitate, l’automobile che guidate.
Le competenze (lato aziende)
Il mercato del lavoro è totalmente inadeguato ai tempi. Ci vorrebbe una borsa in cui le competenze vengono scambiate in day trading. Mi rendo conto degli effetti negativi che questo indurrebbe, ma meglio un assetto nuovo che tiene conto della situazione reale e gestisce le ricadute, che un assetto ormai totalmente inadeguato che fa finta che questi effetti non si stiano producendo già.
Le competenze (lato persone)
E leggeteli, questi benedetti libri. E’ fantastico, commuove il cuore e fa crescere l’anima; e fa maturare l’unico asset su cui vale la pena investire: noi stessi, la nostra capacità di comprendere, immedesimarci, ampliare gli orizzonti, contemplare nuove possibilità, imparare, capire come imparare, imparare a capire. Quel “pane del cammino”, per dirla con Tolkien, sarà sempre in grado di dare il nutrimento necessario, anche quando tutto il resto sarà marcito.
E ora … un po’ di musica
Una nota di speranza. Ci credete che il pezzo è del 1933? Crisi dopo crisi, siamo ancora qui. Come i galli di Asterix che passano la vita a preoccuparsi che il cielo caschi loro addosso, ma alla fine si trovano sempre a mangiare e bere tutti insieme al chiar di luna.