Lo Stregone dei Dati #045
La newsletter dedicata al rapporto tra dati, tecnologia, aziende, persone ... e vita.
“Era un uomo così antipatico che dopo la sua morte i parenti chiesero il bis.”.
(Totò)
Benvenuto alla newsletter de Lo Stregone dei Dati. Seguimi in questo viaggio alla ricerca del tesoro nascosto del successo personale e di impresa. Saranno necessari molti incantesimi per superare le prove disseminate lungo il percorso, ma non temere: quelli che sembrano sortilegi in realtà sono il risultato dell’applicazione delle tecnologie digitali all’universo di dati che ci circonda.
L’Internet è andata. Agonizzante. Finita.
Le piante muoiono per mancanza di acqua e di luce, ma anche per la troppa acqua e la troppa luce.
Così è per la rete delle reti: morta di abbondanza, e oggi ne compiliamo il necrologio.
Quando troppo è troppo
Morire di troppo, che triste destino. Eppure avremmo dovuto pensarci, quando al primo avvento del digitale alcuni economisti annunciarono la fine dell’era della scarsità e la nascita di quella dell’abbondanza, che avrebbe ridisegnato il nostro futuro. Invece di gestire sistemi fondati sulla necessità di distribuire al meglio beni scarsi per definizione, avremmo dovuto imparare a governare mondi dove, di tutto, ci sarebbe stata una provvista infinita. E’ la new economy, bellezza.
Il digitale si replica ad infinitum e a costi marginali. Il prezzo di due mele è, give or take, il doppio di quello di una mela. Il prezzo di mille mele non è lontanissimo da questa proporzione; certo, intervengono le celeberrime economie di scala, ma a fatica arrivano a un ordine di grandezza di differenza. Quando però parliamo di digitale le regole del gioco cambiano.
Prendiamo la traccia di una canzone. Di per sé è realtà fisica, onde sonore che si muovono nell’aria. Finché è ancorata, per la sua riproduzione, a un supporto fisico, ad esempio il vinile, obbedisce ancora alle norme dell’economia della scarsità. Ma una volta “digitalizzata”, una volta trasformata in un file fatto di bit e di byte, passa di stato. Riprodurre un file creandone due copie costa praticamente nulla. Farlo cento, mille, un milione di volte ha costi marginali trascurabili.
Ma come si gestisce una situazione in cui c’è molto, moltissimo di quasi tutto?
Per ora, male, molto male.
L’economia dell’abbondanza
Questo fenomeno è trasversale, ubiquitario, invadente e invasivo. Addirittura, oltre a governare il digitale, contraddistingue anche altri settori che hanno una realtà fisica.
Ormai non ci sono più giorni senza calcio, ogni sera una o più partite. Ma la qualità media del gioco ne soffre pesantemente, il pubblico fugge via e i giovani non se lo calano. Vale per tutti gli sport, ogni sera c’è una sfida epica, un evento di cartello. Per dirla tutta, di sport ne nascono sempre di nuovi, come se quelli che ci sono non bastassero. Il lighting ball è come il calcetto, ma al buio (!). Del padel mi rifiuto di parlare. Intanto la pancia cresce.
Gli studios di Hollywood stanno rimandando l’uscita dei blockbuster perché non blockano più niente, sempre più spesso fanno meno soldi di quelli spesi. Addirittura in certi casi viene distrutto il film, così almeno si possono scaricare i costi dal bilancio e recuperare le tasse. A furia di supereroi e saghe epiche e prequel e sequel e sfide epiche e effetti speciali a nastro, ormai sembra tutto uguale, già visto, già fatto, già emozionato; e uno si chiede perché dovrebbe pagare il costo del biglietto, o comunque impiegare due ore, per rivedere l’ennesima versione di uno spettacolo cui ormai si è assuefatti.
L’obesità è un male assoluto. Nel mondo un miliardo e cento milioni di persone sono obese, un altro miliardo e mezzo abbondante (appunto) è sovrappeso. Questo fa male alla salute, induce patologie varie, riduce la speranza di vita ed è legato ad altri fenomeni negativi di tipo culturale e sociale.
Il ventre della nostra civiltà ha perso ogni traccia di tono muscolare. E’ gommoso per via degli strati di adipe. Cellule inutili che gonfiano i glutei, interno coscia, pancia e viso, fino a colorare di strisce azzurre la pelle che fa fatica a contenerne l’eccesso. Eppure, più mangiamo e più vorremmo mangiare.
Quando è troppo è troppo è troppo
C’è troppo di tutto, o quasi. Ma il giro dell’economia (e della finanza) deve continuare a correre, e allora cosa si fa?
I meccanismi sono due.
Il primo è culturale, indotto dalla propaganda (mi pare riduttivo chiamarla pubblicità) che ci induce a credere che di alcuni beni molto fighi, e costosi (dove il prezzo è figura della scarsità) noi abbiamo “bisogno”, perché senza, non è vita.
Il secondo è la creazione di imbuti artificiali, oscuri mercati delle materie prime situate in paesi compiacenti e compiaciuti, dove la scarsità viene indotta in modo artificiale in beni tipo, ma solo per dire, l’energia. Così i prezzi crescono e sono tutti contenti.
OK ma che c’entra Internet?
Nel racconto di Borges “L’immortale” si narra [spoiler alert] di un legionario romano che sente parlare di una città al di là del deserto dove si trova la fonte dell’eterna giovinezza. Lì recatosi dopo peripezie varie, scopre che gli abitanti della città sono affetti da una invincibile inedia. Vivo da molto, vivrò per sempre, ho provato tutto e tutto proverò per infinite volte; che noia!
Internet è un ambiente fecondo, che favorisce il proliferare di contenuti come i climi tropicali sono ideali per le piante. Gettate un seme, il giorno dopo trovate un fiore, o un albero.
Il risultato è che su Internet c’è davvero troppo, una provvista assoluta di qualunque cosa. Tanto che nell’affollamento di post sta diventando impossibile trovare quello che ci interessa. Ma poi, perché dovrebbe interessarci qualcosa? non è meglio abbandonarci al piacere solitario, uno swipe dopo l’altro, dolce naufragare nel mare infinito del nulla?
Internet dunque non è diversa dal resto del mondo che abitiamo. Ma per sue caratteristiche amplifica quello che sta succedendo, e lo moltiplica. Il risultato è una giostra rutilante di “contenuti” che contengono sempre meno; o almeno, sempre meno di interessante.
Ora poi, a coronamento di questo processo ventennale, nascono delle applicazioni mega evolute dotate di super poteri che mettono a disposizione una potenza infinita dedicata a … generare altri contenuti!
Peccato, era partita bene, ma è finita così. Cercate informazioni utili? Contenuti che vale la pena di conoscere? Strade che vi conducano a nuove competenze? Non cercate su Internet, non è lì che dovete cercare.
E ora … un po’ di musica
Un oceano di silenzio scorre lento
Senza centro, né principio
Cosa avrei visto del mondo
Senza questa luce che illumina
I miei pensieri neriQuanta pace trova l'anima dentro
Scorre lento il tempo di altre leggi
Di un'altra dimensione
E scendo dentro un oceano di silenzio sempre in calma