Lo Stregone dei Dati #040
La newsletter dedicata al rapporto tra dati, tecnologia, aziende, persone ... e vita.
“Si sa, i soldi non danno la felicità, per quello hanno inventato le carte di credito”
Anonimo“Con una carta di credito, si può invertire l’ordine dei fattori: godersela adesso e pagare dopo! La carta di credito rende liberi di gestire le gratificazioni, di ottenere le cose quando si vogliono, non quando le guadagneremo e potremo permettercele.”
Zygmunt Bauman
Benvenuto alla newsletter de Lo Stregone dei Dati. Seguimi in questo viaggio alla ricerca del tesoro nascosto del successo personale e di impresa. Saranno necessari molti incantesimi per superare le prove disseminate lungo il percorso, ma non temere: quelli che sembrano sortilegi in realtà sono il risultato dell’applicazione delle tecnologie digitali all’universo di dati che ci circonda.
Cashless
In occasione delle vacanze estive lo Stregone dei Dati ha fatto un bel viaggio tra i fiordi Norvegesi, ospite d’onore di un festival druidico come li sanno fare solo da quelle parti. Stupendi quelli estivi, canti e danze tutta la notte approfittando del sole a mezzanotte; affascinanti quelli invernali, sotto il cielo iridescente acceso dall’aurora boreale; insomma, in tutte le stagioni, vaut le voyage.
In quelle terre lontane il vostro Stregone ha conosciuto da vicino la cosiddetta “cashless economy”: la gestione di ogni tipo di transazione in assenza di contanti.
In negozi e ristoranti, quando vedono le banconote, non riescono a nascondere una punta di sorpresa; maneggiano invece con assoluta disinvoltura la tarjeta (come dicevano i colleghi che venivano dall’Iberia) anche per importi minimi. Pedaggi, traghetti, passaggi di diverso tipo vengono gestiti leggendo le targhe con apposite telecamere o cellulari, e operando poi i relativi addebiti. Se viaggiate su auto noleggiata è già tutto predisposto; altrimenti all’ingresso del paese dovete collegare la targa a un sistema di pagamento. Niente caselli autostradali, niente file, il sistema di pagamento è embedded nell’utilizzo del servizio, come da best practice prescritte dai migliori manuali di e-commerce.
In realtà, adesso che ci penso, effettivamente mi è successo di imbattermi in un casello (ah ahhh, dirà qualcuno). Se ne stava in cima a un impervio passo di montagna, 20 chilometri di curve dalla base. Manovrava una bella barra a pedaggio, con una scritta “credit card only". Avete solo contanti? Girate la macchina, se ci riuscite, e fate il giro del fiordo, grazie. E vergognatevi.
Only cash
Tornato nella nostra bella Italia, la musica è diversa.
(al bar)
”Cinque euro e quaranta con la carta di credito? Stai scherzando! No guarda te lo metto in conto e mi paghi la prossima volta”.
(in panetteria)
”Mi spiace non abbiamo il Bancomat”.
”A parte che è una carta di credito, ma non è possibile, il terminale lo dovete avere per legge”.
”Mi spiace, sono solo la commessa, deve parlare con la proprietaria che adesso non c'è”. (gesto accompagnato dall’omaggio di un’ulteriore porzione di focaccia, prendi là, mangia e stai buono)
(in spiaggia tra amici)
"La carta di credito? Io non ho mai voluto farla"
"E perché mai?!?"
"Non mi fido, e se poi me la rubano o me la clonano?"
"Già, perché i contanti non li rubano? E gli assegni non li falsificano?"
"Sarà ma io non mi fido."
"?!?&%!"
Johnny Cash live at Folsom prison
Ora lo so che cosa state pensando, la scritta al neon che vi attraversa la mente come un anello di fuoco: EVASIONE FISCALE. Continua a girare una marea di contanti perché questo favorisce l’evasione. E su questo ci sarebbero molte cose da dire.
Io però mi smarco in quanto vorrei riflettere su una chiave diversa, più propria a questa newsletter. Do per scontato che chi la legge sia convinto che i dati creano valore. Anzi, sono il valore. Il nuovo petrolio etc. etc. Ora, come facciamo ad utilizzare i dati connessi all’utilizzo di pagamenti elettronici per creare un valore che convinca la gente a utilizzarla, ‘sta benedetta tarjeta? Alla fine la gente da quello che gli conviene fare, e giustamente. Se ci sono dei disincentivi di un certo ordine, il problema va affrontato inserendo degli incentivi positivi; e cosa meglio di quanto reso possibile dalla moderna tecnologia dei dati?
Analisi e controllo
Il vantaggio associato all’utilizzo dei pagamenti digitale che a me pare più evidente è la possibilità di analisi e di controllo.
Quando utilizziamo bonifici, C-Bill, MAV, RIBA, carte di credito e debito, bancomat, possiamo facilmente controllare come spendiamo i nostri soldi, per il lungo e per il largo. E’ tutto lì, i dati ci sono e possiamo trovarli all’interno dell’area cliente della nostra banca, pronti a essere vivisezionati. Questo invece risulta impossibile o comunque estremamente arduo se utilizzo il cash: dovrei annotarmi da qualche parte ogni singola transazione, €1.20 per il caffè al bar in Corso Milano, quello all’angolo che ha delle brioche buonissime ma questa volta no perché avevo mangiato troppo la sera prima, ore 8.20 di sabato 23 settembre 2023.
Se ho i dati, posso facilmente effettuare delle analisi. Posso ad esempio verificare come e quanto i prezzi dei miei costi di energia stanno scendendo, dopo essere decollati l'anno scorso. La mia impressione è che sia così, ma che bello poterlo verificare in modo immediato ad ogni giro di bolletta. E capire la dinamica del costo dell’elettricità rispetto a quello del gas. Magari per decidere che mi conviene cambiare gestore, oppure per insistere con il resto del nucleo familiare che le luci vanno spente tutte le volte che si lascia una stanza, accidenti.
Ancora: quanto sto spendendo su acquisti attraverso vendor on line versus vendor off line? Su quali categorie di beni? Compro più libri in libreria o tramite e-commerce? ne compro più in formato cartaceo o elettronico? Chi spende di più in famiglia sulle singole categorie? E la spesa? Quanto mi costano i gatti in pappe gourmet secche e molli? E’ vero che nelle stagioni calde mangiano di meno, ma c’è più bisogno di sabbietta?
Continuiamo: quanto spendo in benzina nelle singole stazioni di servizio? Qual è il prezzo medio che mi hanno applicato? Come si posiziona rispetto al prezzo medio regionale in vigore quel giorno, dato ufficiale e disponibile? Quanto posso risparmiare se concentro i miei acquisti su una sola stazione?
Bello vero? Direi anche importante, se non fondamentale, per tutti gli individui e le famiglie. E’ veramente utile pagare digitalmente, perché in questo modo tutte le spese sono sotto controllo ed è possibile anche impostare politiche virtuose a livello di budget familiare.
Giusto? Sbagliato.
Ai em sorri.
In teoria tutti gli ingredienti sono lì, dati e metadati, presenti all’atto della transazione, basta metterli insieme, farli parlare tra di loro, schiacciare il bottone e taaac ecco lì il mio bel csv su cui poi fare ragionamenti, analisi e simulazioni.
In realtà le transazioni sono indicate in modo sommario e prive di dati significativi. A meno che voi troviate “Amazon.It*1k3nf0a64 Www.Amazon.It Lu” piuttosto che “IL FORNARETTO SRLS” informazioni parlanti. I dati saranno anche disponibili alla fonte, ma non arrivano al destinatario e quello che arriva non basta.
Inoltre i pagamenti effettuati da persone diverse all’interno della stessa famiglia o diciamo pure all’interno della stessa centrale di spesa, sono universi separati. Non conosco un modo semplice di mettere insieme le spese mie con quelle di mia moglie con quelle dei miei figli, e non è che non ho cercato. Posso solo scaricare i singoli csv dai singoli conti correnti, se va male anche dai singoli sistemi di home banking; collezionarli ogni santo mese; e provare a metterli insieme, magari confezionando qualche macro.
Questo spiega lo scarso successo delle app che permettono di analizzare le spese, per migliorare la gestione dei budget personali e familiari. Promosse dalla direttiva europea che impone il libero accesso ai propri dati bancari e la messa a disposizione degli stessi a terze parti, sono molto lontane da diventare mainstream.
Pareto
I soldi fanno girare il mondo; se non iniziamo da lì a dispiegare il potere dei dati, da cosa?
Ovviamente non è così facile (le cose importanti non lo sono mai) ma quando il gioco si fa duro, ci soccorre sempre Pareto.
La maggior parte delle mie spese sono identificabili; una volta associato il Fornaretto di sopra alla categoria “pane e focacce”, da allora ci può pensare il sistema. Non è perfetto perché davvero mi piacerebbe analizzare la composizione dei miei vizi tra dolce e salato, ma è già qualcosa. Stessa cosa per le bollette gas, acqua, elettricità. Di nuovo, che bello sarebbe distinguere tra spese fisse, a loro volta divisa tra canoni e tasse, e variabili. Ma pazienza.
Il problema sono i supermercati e i vendor online generalisti. Sotto un unico importo si nasconde una miriade di beni. Perché non sono trasparenti? Loro li qualificano e li classificano, tra l’altro utilizzando tassonomie che possono essere considerate degli standard; perché le informazioni si perdono da qualche parte?
Uffà
Sembra tutto super complicato. Ma cosa ne tiriamo a casa, magari di utile anche in azienda?
E’ vero, è un problema complicato, ma anche affascinante. Sepolto sotto la coltre dei foglietti di carta filigranata riposa un modo di utilizzare la tecnologia dei dati che davvero potrebbe rendere la nostra vita migliore; e le nostre tasche più piene.
E’ essenziale la collaborazione tra soggetti esterni. Non è possibile risolvere il problema senza organizzare processi trasversali inter funzionali, inter aziendali, inter repartali.
Il dato deve nascere condivisibile alla fonte. Se creo un’entità nei miei database che non sia già accompagnata dai metadati necessari per la sua interpretazione; che non sia classificata secondo sistemi e tassonomie standard; che non sia organizzata su supporti e database aperti. Se tutto questo non viene impostato ab ovo, convertire sistemi preesistenti diventa un enorme mal di testa.
Ragionando
Lo so a cosa state pensando. Voi lo sapete perché tutto ciò non succede.
Quelli che potrebbero risolvere il problema hanno tutti interesse a farci spendere di più, non di meno.
In alcuni comparti manca la concorrenza, a dispetto delle dichiarazioni e delle apparenze. Solo la concorrenza induce a comportamenti che riducono fatturati e margine a vantaggio delle quote di mercato.
C’è un problema culturale, questa è un po’ generica ma l’Italia è lunga e larga anche nella mente delle persone.
Se io ho accesso ai miei dati in modo completo, trasparente e analizzabile, è più facile anche per la GdF capire come cavolo mi posso permettere tutto quel caviale e quelle ostriche. Avevo promesso di parlar d’altro, ma alla fine ci sono cascato.
All’università ho frequentato un bellissimo corso di Logica (ho anche sostenuto con successo l’esame, niente ironie gratuite grazie). Alla fine di una magistrale lezione sulle tautologie, che sono quei sistemi logici composti da affermazioni del tutto evidenti di per sé, tipo “A è uguale a A”, il prof si alzò dalla cattedra per dichiarare con voce stentorea:
“Ma alla fine di tutto, chi vuol capire capisce, e chi non vuol capire, continuerà a non capire”
e uscì platealmente dall’aula.
Ecco, appunto.
E ora un po’ di musica
Sono andato in banca per chiedere cosa potevano fare. Mi hanno risposto “Figliolo, mi sa che ti ha fregato la cattiva sorte. I soldi sono pochi, non vale neanche la pena parlarne”.