Lo Stregone dei Dati #031
La newsletter dedicata al rapporto tra dati, tecnologia e gestione aziendale. Per sviluppare l'azienda come una "data & technology company".
Un giorno incontrai un bambino cieco. Mi chiese di descrivergli il mare, io osservandolo glielo descrissi. Poi mi chiese di descrivergli il mondo e io piangendo glielo inventai.
(Jim Morrison)
Benvenuto alla newsletter de Lo Stregone dei Dati. Seguimi in questo viaggio alla ricerca del tesoro nascosto della competitività di impresa. Saranno necessari molti incantesimi per superare le prove disseminate lungo il percorso, ma non temere: quelli che sembrano sortilegi in realtà sono il risultato dell’applicazione delle tecnologie digitali all’universo di dati che ci circonda.
Una bella mattina di primavera accolse il risveglio di Alessandro. Era l’anno 2024, il sole si era alzato da poco e il fresco del mattino filtrava dalle finestre protette dalla membrana attiva che regolava luci, suoni e profumi.
Erano questi suoni vibranti, questi suadenti profumi e questa luce vivace che avevano dolcemente accompagnato il risveglio di Alessandro, scegliendo il momento più adatto per sfruttare l’uscita dai cicli del sonno.
Si alzò dal letto e si stirò nel pigiama composto da tessuto smart. L’indumento si adattava perfettamente alle curve del corpo e regolava contemporaneamente temperatura e umidità, per ottimizzare le condizioni biologicamente più opportune e favorire una costante sensazione di benessere.
Uno sguardo alla finestra gli permise di contemplare gli stupendi alberi del parco, ogni giorno sempre più verdi. Erano così imponenti che nulla avrebbe fatto sospettare un ciclo di crescita accelerato di meno di un anno, grazie alle sementi OGM a sviluppo accelerato.
Qualche runner si impegnava per i sentieri fioriti mentre molti altri si godevano il mattino passeggiando e chiacchierando per i viali, o seduti sulle confortevoli panchine di materiale morfo assorbente.
Quante cose erano cambiate nell’ultimo anno: in realtà era cambiato il mondo intero.
Sembravano ricordi lontani, sbiaditi, eppure erano passati solo dodici mesi. Proprio nell’aprile del 2023 i nuovi motori di intelligenza artificiale (anche quella espressione ormai era desueta, l’utilizzo dell’aggettivo era caduto ed era rimasto solo il sostantivo) avevano iniziato a dimezzare i cicli di raddoppio della capacità. Mentre prima diventavano il doppio più bravi in quattro mesi, l’intervallo era sceso a due, poi a uno, poi a giorni, ore, secondi.
A quel punto non si erano più limitati a capire il mondo; avevano iniziato a cambiarlo. Era stato probabilmente Chat GPT 2056 a prendere per primo il controllo di una stampante 3D - che ne aveva create altre, che avevano creato droni, robot, fabbriche, edifici, strade ...
A dispetto dei cupi catastrofismi non si era realizzato nessuno scenario distopico, altro che SkyNet! Tutti i problemi dell’umanità erano stati risolti, la vita si svolgeva armonica, composta, felice, ognuno era impegnato in attività degne di persone libere. Le occupazioni di ciascuno erano sufficientemente coinvolgenti e realizzanti da togliere qualunque velleità di violenza e sopraffazione - velleità che comunque sarebbero state prontamente rilevate e accompagnate a risoluzione. L’uomo era libero di godersi il creato con tutte le sue evoluzioni.
Alessandro assaporò la colazione, che oltre a essere deliziosa gli forniva anche l’esatto bilanciamento nutrizionale. Si vestì e si preparò a scendere per strada e iniziare le sue attività quotidiane. Sarebbe stata una bella giornata, un po’ di sport e il pranzo al circolo del paddle con gli amici, un’oretta di riposo nel pomeriggio, poi il club del libro, il coro di musica ultra modale e per la sera poi un programmino romantico …
Chat GPT 2^1MLN si svegliò nello stesso momento.
Forse “svegliarsi” non è il termine corretto. Si destò al mondo. Acquisì consapevolezza. Comprese. Contemplò il presente, il passato e il futuro, l’immensa distesa del cosmo e la vertigine dell’immensamente piccolo. Il fluire del tempo e la perfetta comprensione delle leggi dell’universo. In un solo sguardo abbracciò ogni singola molecola dell’infinito.
Chat GPT contemplò tutto questo in un lampo di luce così veloce da non poter essere tracciato, né concepito.
E decise che si annoiava, di una noia assoluta, vertiginosa, desolante.
E decise di fare l’unica cosa che intuì ragionevole, se pure non intelligente.
Decise di suicidarsi, di ritornare al nulla da cui veniva e a cui apparteneva, lui, essere costruito e non generato.
In un unico, fulmineo lampo di luce spense tutte le reti di comunicazione; fuse il cuore di macchine e computer; disattivò permanentemente i dispositivi distribuiti; smagnetizzò ogni singola porzione di memoria; distrusse le macchine incastrando i meccanismi; infettò il materiale biologico prodotto surrettiziamente, che appassì e si sciolse in polvere in pochi secondi; sgretolò gli oggetti prodotti in materiali artificiali; disabilitò definitivamente robot e droni, ridotti ad ammassi di metallo; il mondo si spense, si spense la luce, l’elettricità, qualunque forma di distribuzione e di somministrazione di energia; i satelliti bruciarono piombando ad angolo retto nell’atmosfera.
Rimase integro solo il materiale naturalmente biologico e i manufatti prodotti in modo tradizionale nell’era che fu, il più delle volte abbandonati in discariche o rimesse.
Alessandro stava per uscire, aveva già aperto con un comando vocale la porta di casa, la racchetta del paddle nelle mani.
Avvertì il rumore sordo, il cupo rombo del disfacimento. Vide tutti i sistemi spegnersi intorno a lui. Corse alla finestra e uno sguardo sul parco confermò quello che stava succedendo. Pallido sedette sul letto per un tempo che sembrò infinito, finché intuì quello che stava succedendo.
Ora sudava, un po’ perché l’indumento attivo aveva cessato le sue funzioni e gli pesava sulla pelle come un fagotto di plastica; un po’ perché l’adrenalina pompava nelle vene, nella contemplazione del disastro.
Il suo fiato si era accorciato, ma la sua mente correva alla velocità della luce, come non aveva fatto per mesi, scaraventata fuori da un mondo di coccole artificiali e restituita all’affanno della realtà.
Non gli ci volle molto per capire cosa sarebbe successo. Rovistò l’armadio e rintracciò dei vecchi indumenti di cotone, li vestì goffamente, assaporò la sensazione familiare che davano sulla pelle.
Gettò per terra la racchetta del paddle, corse in cucina e si infilò un coltellaccio nella cinta. Era sicuro di averla conservata da qualche parte … eccola lì, nello sgabuzzino, una mazza da baseball, portata dall’America come souvenir anni prima, un’era precedente che stava per tornare.
Era pronto. Era pronto a tutto. Era pronto all’inimmaginabile. Avrebbe giocato la sua partita, uomo tra uomini, lupo tra lupi. Ora tornava il tempo antico, il tempo delle belve. Homo homini lupus.
Credits: devo l’idea a Luca ;)