Lo stregone dei dati #025
La newsletter dedicata al rapporto tra dati, informazioni e tecnologie trasformative. Per gestire l'azienda come una "data & technology company".
Faccio sempre ciò che non so fare per imparare come va fatto.
Vincent Van Gogh
Benvenuto alla newsletter de Lo Stregone dei Dati. Seguimi in questo viaggio alla ricerca del tesoro nascosto della competitività di impresa. Saranno necessari molti incantesimi per superare le prove disseminate lungo il percorso, ma non temere: quelli che sembrano sortilegi in realtà sono il risultato dell’applicazione delle tecnologie digitali all’universo di dati che ci circonda.
Creatività
Di recente si fa un gran parlare della cosiddetta “Generative AI”. Per dirla in maniera semplice l’intelligenza artificiale generativa è quella che viene impiegata per creare, invece che per classificare, spiegare e prevedere.
Gran parte del lavoro fatto finora con gli strumenti dell’intelligenza artificiale ha lo scopo di meglio maneggiare la realtà così com’è. Si cerca di riconoscere i volti fra la folla, i gatti in una fotografia, i segni di una patologia in una risonanza; si aspira a prevedere il comportamento futuro dei clienti, o dei titoli azionari; si vogliono riconoscere schemi e modelli per meglio capire quello che già è. Nulla di tutto ciò tocca la realtà, quella presente e quella futura. La realtà viene assunta come dato e rimane la base su cui applicare gli algoritmi del caso.
Quando diventa “generative” invece l’AI aspira e si ispira al mito di Prometeo, “colui che riflette prima”; si pone prima delle cose, per ricrearle. Proprio come il fuoco rubato da Prometeo, che può essere appicciato, trasmesso, moltiplicato, creare nuova luce e nuovo calore.
Intelligenza aperta
“La nostra missione è di assicurare che l’intelligenza artificiale porti beneficio a tutta l’umanità”. Proprio come Prometeo (alla faccia di chi continua a ripetere che la cultura classica non serve a niente!) così Open AI, un’organizzazione non a fini di lucro, nata una ventina di anni fa, ben carrozzata in termini di team di fondatori, di finanziatori e di board, il meglio della Silicon Valley e oltre.
Open AI si prefigge lo scopo di far sì che l’intelligenza artificiale generale, quella per intenderci paragonabile alla vastità e alla profondità dell’intelligenza umana, promuova lo sviluppo dell’umanità stessa, invece di portare alla sua estinzione a favore di Skynet.
Tra le piattaforme promosse da Open AI ce n’è una che gode in questo momento di una certa risonanza. Si tratta di DALL-E, ormai alla seconda versione, per cui DALL-E 2.
Quiz: a quale famoso pittore si sono ispirati quelli di Open AI per scegliere il nome della loro applicazione?
DALL-E manipola le immagini che è un piacere. Prende quadri famosi (o meno) e li trasforma secondo uno stile a scelta. Parte da una foto di un interno per modificare l’ambientazione. In particolare (e questa è la funzionalità più gettonata) trasforma un testo in immagine; gli sottoponete delle frasi ad libitum, lui fa tutti i suoi ragionamenti di intelligenza artificiale , e “crea” una figura, un’immagine, un quadro. A volte il risultato è improbabile, a volta è notevole, a volta addirittura magico.
Immaginate le polemiche: gli artisti moderni e post moderni (ahahah) che si indignano, i propinatori di NFT che si buttano a pesce, un gran casino e tante discussioni sul significato dell’arte e della creatività.
Letteratura
C’è un’altra piattaforma di Open AI che personalmente trovo ancora più affascinante. Si tratta di GPT-3 e invece di aver a che fare con le immagini agisce sui testi.
Suggerisco la lettura di questo articolo, che racconta come uno degli scrittori seriali che vanno tanto di moda su Amazon Direct Publishing si avvale del sistema per sconfiggere il blocco creativo; per avere idee su possibili sviluppi alternativi della storia; per dare un taglio diverso alla descrizione di persone o di ambienti.
Date in pasto qualche paragrafo di una storia al sistema, lui riconoscerà contesto, sviluppo, stile e proporrà una continuazione. Certo, non è in grado (ancora) di scrivere un romanzo tutto da solo, dopo un po’ si inviluppa e si perde; ma è un valido aiuto alla creatività dello scrittore che lo può utilizzare per trovare dei nuovi spazi nei momenti in cui la sua creatività pare avere sbattuto in un muro.
Questa è una prima lezione da ricavare. Avete presente il famoso discorso di computer-batte-umano ma computer-più-umano batte computer e batte umano? Il L’ambito di applicazione più efficace della tecnologia digitale non è nella sostituzione, ma nell’accoppiata vincente costituita dall’alleanza tra cervello organico e cervello digitale.
Il futuro è un’ipotesi
La sempiterna discussione sul modo in cui la tecnologia sostituirà o addirittura eliminerà il fattore umano è futile e noiosa, roba buona per distopici film di fantascienza e ignoranti dibattiti nei salotti televisivi.
Da sempre e per sempre la tecnologia affranca l’uomo da alcune fatiche, per lasciarlo libero di librarsi più in altro e inventare nuovi marchingegni che innescano nuovamente questo ciclo virtuoso.
A cosa servirà dunque l’AI generativa?
Migliorare l’efficienza di compiti a bassa complessità, come la redazione di contenuti semplici: le classifiche del calcio, il rendimento di un’azione, ma anche manuali tecnici e guide all’utilizzo
Suggerire alternative, attraverso l’apertura di combinazioni diverse, che noi non scorgiamo. Il cervello umano è programmato per ripercorrere i sentieri di successo, l’AI può aiutarci a immaginare percorsi diversi. Questo non solo nella scrittura o pittura, ma anche ad esempio nell’elaborazione di nuove molecole per l’industria farmaceutica
Riempire di significato contesti vuoti. Possiamo ad esempio riempire cornici digitali di quadri costantemente cangianti in base all’umore, al tempo atmosferico, all’ora del giorno, all’ultima telefonata fatta, per riflettere il nostro spirito lo spirito, o svilupparlo
Proporci alternative decisionali, simulandone l’esito in termini di pro e contro, dare e avere, migliorando l’efficacia con cui contempliamo i sentieri da percorrere
… e tanto altro ancora.
Il ciclo tipico di adozione di una nuova tecnologia è solitamente organizzato in tre fasi. La prima è quella del divertimento, in cui “gioco” con la tecnologia, la esploro senza un intento pratico. La prima è quella in cui uso la tecnologia per fare meglio quello che già facevo. La terza è per fare cose che prima non potevo fare, né addirittura immaginare.
Farebbero meglio manager e imprenditori a iniziare a giocare con DALL-E3 e GPT-3, che è il primo stadio e non può essere saltato. Meriterebbe un post a parte, l’importanza del gioco nel progresso e nel progresso digitale. E’ con il gioco, o se volete con l’attività artistica, che si aprono gli spazi di innovazione. Non con le video call o i meeting nelle board room, non con le presentation e i business plan.
Dopo di che the sky is the limit. Non basta la fantasia del vostro Stregone preferito per capire che tipo di vantaggio competitivo potrebbero ricavare le aziende che sapranno utilizzare la capacità generativa dell’intelligenza artificiale. Lasciamo i romanzi agli scrittori, i quadri ai pittori, le rime ai poeti e le canzoni ai musicisti. Ma immaginiamo la generazione di nuovi prodotti assicurativi, di macchine industriali complesse, di portafogli di titoli, di servizi inediti.
E adesso un po’ di musica
Walt Whitman l’aveva capito nel 1855, capiamoci!
Canto il corpo elettrico, gli eserciti di coloro che amo mi circondano e io li circondo, non mi lasceranno andare finché non sarò andato con loro, risponderò loro, e distruggili e caricali completamente con la carica dell'anima.
Qui in una versione sinfonica un poco new age ma sempre piacevole, dal musical Fame.