Il mondo è un'informazione

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Lo stregone dei dati #016
alessandrocederle.substack.com

Lo stregone dei dati #016

La newsletter dedicata al rapporto tra dati, informazioni e tecnologie trasformative. Per gestire l'azienda come una "data & technology company".

Alessandro Cederle
Jun 7
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Lo stregone dei dati #016
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“La scienza è fatta di dati come una casa è fatta di pietre. Ma un ammasso di dati non è scienza più di quanto un mucchio di pietre sia una vera casa.”
Henri Poincaré

Benvenuto alla newsletter de Lo Stregone dei Dati. Seguimi in questo viaggio alla ricerca del tesoro nascosto della competitività di impresa. Saranno necessari molti incantesimi per superare le prove disseminate lungo il percorso, ma non temere: quelli che sembrano sortilegi in realtà sono il risultato dell’applicazione delle tecnologie digitali all’universo di dati che ci circonda.

Il mondo, in fondo, è un’informazione, e questa è la chiave per viverci e prosperare.

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Euroflora 2022 - Photo by AC

La DaTecnologia

Per cucinare servono tre cose: un cuoco, una ricetta, degli ingredienti.

Gli ingredienti, appunto: il panino al formaggio senza pane e senza formaggio non sa di molto e soprattutto non nutre e non sfama. Allo stesso modo va con i dati.

Per fortuna (o magari no), se c’è una cosa che non manca sono proprio loro, i dati. Questa volta non ci concentriamo sui dati relativi ai nostri comportamenti in rete; pensiamo piuttosto al mondo fisico e a come tutto quello che succede nel nostro ambiente viene tracciato, segnato, misurato, elaborato.

Lo smartphone sensibile

Cominciamo da noi stessi, dalle cose a noi più vicine, quasi banali. Quando se ne sta tranquillo in tasca, o appoggiato sul comodino, sembra passivo e innocuo. In realtà anche mentre dorme, tanto più quando è attivo, il nostro telefonino è impegnato in una serie di interazioni con il mondo fisico grazie ad aggeggi vari incorporati:

  • accelerometro - misura l’accelerazione del device, serve a tracciare gli spostamenti nello spazio in tandem con lo

  • giroscopio - coglie qualsivoglia cambiamento di posizione, orizzontale-verticale e tutto il resto

  • sensore di prossimità - questo spiega perché lo schermo di spegne quando avviciniamo il telefono a un orecchio per rispondere a una telefonata

  • sensore di luminosità

  • termometro - misura la temperatura interna per evitare surriscaldamenti

  • GPS - ovvio

  • lettore impronte digitali

  • magnetometro - misura il campo magnetico (per ora solo in alcuni modelli)

Chi ara terra bagnata, per tre anni l’ha dissipata

Col cavolo! Se qualcuno ha ancora l’immagine del contadino che guarda il cielo, annusa l’aria e decide se potare o arare, beh, non è così che arriva la roba da mangiare sulle nostre tavole.

Specifici sensori posizionati nel terreno misurano:

  • temperatura

  • pressione

  • umidità

  • movimento

  • prossimità

  • presenza

  • luminosità

e inviano i dati raccolti alle reti wireless, 4G, 5G e persino ai satelliti. Questi dati, opportunamente elaborati, determinano tempi, quantità e modalità per l’irrigazione, la potatura, la concimazione, l’erogazione di insetticidi e antiparassitari, e così via.

Discorso analogo potremmo fare per gli allevamenti. Viene misurato il livello di mangime presente nei silos; temperatura, umidità, ammoniaca, CO2 presenti nella stalla; peso, latte prodotto, mangime assunto negli animali. Non chiedetemi come (ho rinunciato a ricerche in rete per evitare di venire poi bersagliato da pubblicità irricevibili), viene misurato anche l’”estro”, vale a dire la propensione dell’animale in un certo periodo a dedicarsi ad attività riproduttive.

Stile di guida

Pensate di essere voi a guidare l’automobile? State scherzando. Tutte le volte che accendete il motore e mettete in moto vi accompagnano un numero di sensori che va da 60 a 100 sensori a secondo del modello di autovettura. Tra i principali:

  • Sensore angolo albero motore

  • Sensore angolo albero a camme (no canne, camme!)

  • Debimetro

  • Sensore di ossigeno di scarico (fino a 6)

  • Sensore di posizione della valvola di riciclo dei gas di scarico

  • Sensore antiscintilla

  • Sensore di pressione del vapore del carburante

  • Sensore di temperatura del carburante

  • Sensore di temperatura del liquido di raffreddamento del motore

  • Sensore di temperatura del motore

  • Sensore di temperatura del vano motore

  • Sensore di temperatura dell’aria del collettore

  • Sensore della velocità del veicolo

  • Sensore di rotazione dell’albero di trasmissione

  • Sensore di temperatura dell’olio della trasmissione

  • Sensore antibloccaggio del freno (più di uno su ogni ruota)

  • Sensore di pressione del sedile

  • Sensore cintura di sicurezza

  • Sensore incrinato sul parabrezza

  • Sensori porta socchiusa

  • Sensore di pressione dell’aria condizionata

  • Sensore di temperatura aria condizionata

  • Sensore di temperatura dell’aria esterna

  • Sensore dell’angolo di sterzata

  • Sensore del volante

  • Sensori di crash (3 o più)

Stiamo parlando di automobili “normali”; pensate cosa può esserci su un’auto a guida autonoma.

La fabbrichètta

Già, ma come le hanno costruite queste benedette automobili così strapiene di sensori?

Uno dei pilastri dell’Industria 4.0 è la c.d. Internet of Things (iòt per gli amici) che è legata sostanzialmente alla diffusione di device (aggeggi) con due caratteristiche: misurano qualcosa, e sono connessi con la rete in modo da potere comunicare queste misurazioni.

Le moderne applicazioni industriali contemplano che in fabbrica vengano disseminati schiere di sensori. Seguono il lavoro delle macchine, lo monitorano, lo regolano, lo ottimizzano, alternano le diverse lavorazioni, sanno quando ci sarà un guasto o quando bisognerà cambiare un pezzo (predictive maintenance la chiamano). “Sì buongiorno sono della ditta che costruisce il vostro tornio, guardi che c’è un 85% di probabilità che nei prossimi 15 giorni la testa motrice si rompa, non si preoccupi, domani arrivano i nostri tecnici e la cambiano, troverete tutto in fattura”.

Tutto ciò grazie a:

  • Sensori ottici - ottimizzano automaticamente il guadagno e il tempo di esposizione, sono mono o multi cromatici, con messa a fuoco automatica etc.

  • inclinometri

  • vibrometri

  • sensori di spostamento

  • sensori di movimento in genere, compresi quelli radar

  • accelerometri

  • di contatto

  • di prossimità

  • termici

  • idropneumatici

  • induttivi (misurano la variazione del campo magnetico)

Take away

Potremmo continuare molto a lungo. Siamo circondati da sensori. Quello che mangiamo, i veicoli con cui ci spostiamo, le modalità di fabbricazione di tutti i prodotti che usiamo quotidianamente dipendono da un oceano di device che ci circonda e traccia i parametri relativi al mondo fisico per adattare il funzionamento di macchine, bestie e persone.

Pensate al trasporto ferroviario, a quello aereo, al funzionamento di una normale cucina, all’erogazione del gas e dell’energia elettrica a partire dal contatore di casa. Tutto è regolato e governato da un sistema di regole che viene alimentato, attivato, condizionato dalle rilevazioni svolte dai sensori.

Questa presenza è ormai così inconsapevolmente pervasiva da essere divenuto un elemento fondante del nostro sviluppo. Se escludiamo la possibilità di misurare quello che succede nell’ambiente fisico in modo sempre più intelligente, sofisticato ed evoluto, escludiamo la possibilità di progresso.

Rovesciando quest’ultima, paradigmatica affermazione, arriviamo a un importante corollario: qualunque capacità di progresso, in qualunque ambito o ambiente, dipende dalla nostra capacità di ascoltare e misurare quello che succede, dedicando tempo, attenzione e €€€ allo sviluppo di meccanismi di rilevazione sempre più intelligenti, sofisticati ed evoluti.

La nostra epoca in apparenza sembra totalmente devota a dire, parlare, commentare e condividere; non sarà che in realtà, e già da tempo, è iniziata la stagione dell’attenzione e dell’ascolto?

Per approfondire

2024 - trasmissione del 27 maggio 2022

Quanti sensori sono usati in un’auto?


E ora un po’ di musica

E se un giorno ci dedicassimo al silenzio?

Nessuno che ascolta, nessuno che parla?

A parte, appunto, il silenzio assoluto, che però è riproducibile solo in contesti regolati piuttosto complessi ed è difficilmente tollerabile dall’essere umano, la cosa musicalmente più vicina è il rumore bianco, che in realtà è l’esatto contrario, vale a dire la somma di tutte le frequenze. Ideale per rilassarsi e riposare.

Volete dormire tranquilli in una sera d’estate con le finestre aperte, le sirene delle ambulanze sul vialone, gli schiamazzi dei giovinastri sotto casa, l’urlo dell’antifurto del vicino partito per il mare? Mettete le cuffie e ascoltate il rumore bianco; poiché appunto prevede tutte le frequenze, copre qualsiasi suono venga da fuori.

Questa versione dura 10 ore. Se vi distraete chiaramente non perdete nulla perché è sempre lo stesso. Provate, e se proprio volete riempitelo con la fantasia, è il rumore di una cascata, della pioggia a dirotto sul fianco di una collina, del vento nel deserto …

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