Lo stregone dei dati #014
La newsletter dedicata al rapporto tra dati, informazioni e tecnologie trasformative. Per gestire l'azienda come una "data & technology company".
“Una mente intelligente è quella che rimane in costante apprendimento”
Bruce Lee
Benvenuto alla newsletter de Lo Stregone dei Dati. Seguimi in questo viaggio alla ricerca del tesoro nascosto della competitività di impresa. Saranno necessari molti incantesimi per superare le prove disseminate lungo il percorso, ma non temere: quelli che sembrano sortilegi in realtà sono il risultato dell’applicazione delle tecnologie digitali all’universo di dati che ci circonda.
Il mondo, in fondo, è un’informazione, e questa è la chiave per viverci e prosperare.
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I used to run a pub, now I work in tech
“Il minimo indispensabile per iscriversi a un corso di Data Science include analisi I e II, probabilità, statistica matematica, algebra lineare e introduzione alla programmazione. I corsi intermedi includono la modellazione lineare, l'apprendimento statistico introduttivo e le serie temporali. I corsi avanzati variano molto in base al dominio in cui stai entrando.”
da un forum su Reddit
Gulp! 😳
Lo Stregone ha sempre avuto una buona attitudine alla matematica, è veloce con i numeri, ma ha fatto il liceo classico e ha una laurea non scientifica. Deve arrendersi e rinunciare ad aggiungere al proprio arsenale di incantesimi quelli relativi alla Data Science e all’Intelligenza Artificiale? Dobbiamo ritenere che si tratti di ambiti assolutamente, religiosamente riservati a chi ha le competenze e le doti necessarie per operare con alti gradi di formalizzazione matematica, statistica o logica?
Ma allora perché si invoca la “democratizzazione dell’AI” se poi organizziamo uno spettacolo e concediamo l’ingresso solo a chi si intende di equazioni non lineari, calcolo matriciale e statistica inferenziale?
La guerra dei talenti, la caccia alle competenze
La nuova versione della furia competitiva tra aziende: la guerra dei talenti. Vince chi riesce a portarsi a casa le persone più brillanti, quelle che fanno la differenza, i palloni d’oro che stanno in cima alla piramide.
A me pare che in quest’epoca contraddistinta da un gap sempre più ampio tra domanda e offerta di risorse umane qualificate, le aziende si stiano accontentando di molto meno: bastano le competenze, per il talento vedremo più avanti.
La crisi indotta dalla pandemia ha accelerato molti processi già in corso. Mi dicono che gli indicatori relativi al mercato delle risorse umane hanno fatto registrare negli ultimi 2 anni il balzo che ci si aspettava nei prossimi 15. Questo ha provocato o comunque esacerbato due dolorose fratture, due faglie che provocano terremoti, eruzioni vulcaniche e rivolgimenti della crosta terrestre:
Si è aperto un gap importante tra le competenze richieste dal mercato del lavoro e quelle disponibili sul mercato stesso.
Incredibilmente cresce la domanda di lavoro mentre contemporaneamente anche l’offerta. Invece di soddisfarsi a vicenda le due girano in tondo e non si trovano mai, come Rutger Hauer e Michelle Pfeiffer in LadyhawkeIn particolare cresce la richiesta di risorse alla base e alla cima della piramide delle competenze. Sono richieste le competenze particolarmente sofisticate e quelle basilari. Se siete a mezza costa, non vi vuole (quasi) più nessuno
“Bisogna saperlo prima che dopo non c'è lavoro, capito?”
Quel genio del Jannacci aveva previsto tutto già nel 1989 (vedi sotto).
E noi che abbiamo fatto il classico?
“Ciao a tutti! Lavoravo come infermiera, ho deciso che volevo provarci con i Dati. Il livello più alto di matematica cui ero arrivata era Algebra 1. Attualmente sto lavorando per la mia laurea in Informatica Sanitaria. Imparerò strutture dati, algoritmi, AI, Python e R. Capisco che per avere successo sono necessari corsi di matematica più rigorosi. Ho intenzione di prendere lezioni aggiuntive al di fuori del programma, che mi possano dare un vantaggio. Ho già seguito alcuni corsi udemy e cs50x. Qualche altro suggerimento per sfondare in questo campo? Attualmente sono impiegata come gestore di dati clinici, tuttavia si tratta più di immissione di dati e semplici report tramite Power BI”.
da un’altra discussione su Reddit
Come dire, c’è una luce in fondo al tunnel, c’è speranza anche per chi non ha un master di secondo livello al Politecnico.
E’ dunque possibile immaginare che anche chi proviene da una cultura umanistica, chi non ha fatto studi tecnici, chi ha sempre lavorato in ambiti e posizioni lontani dall’informatica e dall’analisi possa avvicinarsi con profitto al “brave new world” delle tecnologie intelligenti e della scienza dei dati?
Per aprire la strada alla torma degli aspiranti Data Scientist lo Stregone dovrà riscoprire qualche incantesimo antico, di quelli assurdamente potenti, che sfidano le coscienze e fanno tremare i polsi; solo un incantesimo poderoso potrà infatti cacciare dal Paese un’antica maledizione.
La maledizione
Questa maledizione, richiamata dagli abissi della disperazione, evocata da pozzi profondi quanto il peccato, lanciata con la forza dell’Apocalisse, è delle peggiori perché colpisce bambini e ragazzi e devasta la terra negando la speranza alle generazioni più giovani.
Giovani ma già vecchi in quanto privi di fiducia nel futuro. La maledizione ha smembrato le loro menti e dannato il loro spirito fin dalla più tenera età, convincendoli di non essere “portati per la matematica”.
“Io non sono portato per la matematica”.
“Io e la matematica proprio …”.
“Leggo il libro di algebra, lo rileggo ma tanto non capisco nulla”.
“E’ tanto una brava ragazza mia figlia, ma proprio con la matematica …”.
“In realtà è portato per le materie umanistiche”. Già, come se la cultura classica non fosse quella di Pitagora, Euclide, Eratostene, Teodoro di Cirene, Eudosso di Clino, Archimede di Siracusa, Apollonio di Perga, Crisippo di Soli e via cantando.
Come tutte le maledizioni, sotto il manto dell’incantesimo non c’è niente, solo una esiziale convinzione sbagliata. E’ un problema esclusivamente culturale, un fantasma frutto della pigrizia, che abbiamo fin troppo a lungo sopportato e alimentato. Non esiste un gene della matematica, non sussistono arcane predisposizioni, non c’è nessuno condannato a non saper fare di conto. Occorrono solo una naturale curiosità e la convinzione di potercela fare, un passo alla volta. Solo così diventeremo un popoli di santi, poeti, navigatori e programmatori Python.
The challenge
E’ una sfida che va raccolta anche a livello di sforzi formativi delle aziende.
Le risorse formative disponibili sono sempre più abbondanti. Libri, risorse on-line, corsi MOOC, corsi di laurea tradizionali, etc.
Nel contempo la rapida diffusione di piattaforme “low coding” o “no coding” permette di programmare senza sapere programmare. Cioè senza conoscere alcun linguaggio di programmazione. Resta inteso che occorre padroneggiare la logica di fondo, sapere impostare la pipeline dei dati, scegliere gli strumenti statistici adatti all’obiettivo e così via. Il progetto dell’edificio deve essere di qualità e questo richiede competenze importanti, ma questi programmi ci evitano di imparare a posare calce e mattoni.
Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile.
San Francesco D’Assisi
Riferimenti
How realistic it is to learn math?
I used to run a pub now I work in Tech
E ora un po’ di musica
E’ un piacere proporvi questo pezzo delizioso, profondo, ironico e commovente. Enzo, ci manchi.