Study holidays - Lo Stregone dei Dati #056
La newsletter dedicata al rapporto tra dati, tecnologia, aziende, persone ... e vita.
“Non è tanto quanto siete occupati, ma perché siete occupati. L'ape viene elogiata. La zanzara viene schiacciata.”.
(Mary Flannery O’Connor)
Benvenuto alla newsletter de Lo Stregone dei Dati. Seguimi in questo viaggio alla ricerca del significato della vita digitale. Saranno necessari molti incantesimi per superare le prove disseminate lungo il percorso, ma non temere: quelli che sembrano sortilegi in realtà sono solo l’applicazione delle tecnologie all’universo di dati che ci circonda.
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"L'intelligenza artificiale non renderà obsoleto l'apprendimento delle lingue", afferma Arne Schepker, CEO di Babbel, che sostiene di essere la prima app al mondo nel settore "ma lo ridefinirà".
In che senso?
Nel senso che piuttosto che rendere inutile apprendere una lingua straniera, l’AI aiuterà a impararle in modo più efficace.
La ricetta proposta prevede:
personalizzazione (se ad esempio imparo una lingua per lavoro, dipende da che tipo di lavoro svolgo)
feedback individuale e individualizzato
più pratica, meno grammatica
Parlare è pensare
D’altro canto, continua Arne, imparare una lingua espande la mente, qualifica e allena i processi cerebrali e in definitiva allontana l’Alzheimer (pare sia davvero così).
Una lingua poi non è solo la capacità di esprimere un pensiero o una richiesta con termini, grammatica e sintassi diversi. Effettivamente per chiedere dov’è il bagno non c’è bisogno di un traduttore automatico; tanto, meme dei memi, è sempre in fondo a destra. Né per ordinare una birra fredda, o a temperatura ambiente se siete nelle isole britanniche. Parlare è pensare, il modo in cui parlo è il modo in cui penso, e una lingua è cultura, storia, Weltanschauung, modo di vedere la vita, l’universo e tutto il resto.
Se la guardiamo da questo punto di vista, il dibattito relativo all’effetto sostituivo dell’intelligenza artificiale rischia di essere tutto sommato superficiale.
Estinzione
L’AI sostituisce. Spazza via. Nell’attuale dibattito impoverito non ci si aspetta che faccia qualcosa di nuovo, originale, diverso, ma che ci aiuti a fare le cose di prima seguendo un diverso percorso, o addirittura mimando lo stesso percorso di sempre.
Questo porta all’effetto sostituzione. Ad esempio, L’AI uccide i jobs, i posti di lavoro, perché quello che facevano gli umani lo farà la macchina. Questa è la previsione, o la paura, che accomuna questa rivoluzione a tutte le altre che l’hanno preceduta.
D’altro canto si stima che il 99,9% delle specie che siano mai vissute sono estinte; che senso ha pensare che tra un congruo numero di anni ci siano ancora in giro impiegati del secondo livello commercio; ferrovieri; piuttosto che avvocati (anche se quelli ci saranno sempre, fidatevi)?
Proviamo a de-ideologizzare il dibattito. Se volgiamo lo sguardo indietro, ai secoli che ci precedono, potremmo osservare che beh, il mondo è diverso; alcune professioni, o mestieri, non esistono più; altre sono sempre lì, ma sono diverse, e sicuramente chi le svolgeva con successo cento o duecento anni fa non riuscirebbe a svolgerle adesso. Se dunque ci proiettiamo al futuro, tra un po’ le cose a cui siamo abituati non esisteranno, magari avranno lo stesso nome ma saranno differenti; è solo questione di tempo.
Se andrà allo stesso modo nel futuro il lavoro non scomparirà e non scompariranno i posti di lavoro in genere; scompariranno specifiche mansioni e specifici posti di lavoro. Se il 99,9% delle specie si sono estinte, questo non significa che non c’è più vita sulla terra. Il problema è piuttosto se ci sarà la mia, di specie.
Nel magnifico Catch 33 di Joseph Heller, un pilota di bombardiere americano con stanza in un’isola dell’arcipelago toscano va dal dottore per convincerlo di essere matto, non sapendo che, come appunto recita il comma 33, se sei matto puoi chiedere di essere esentato dal servizio, ma se chiedi di essere esentato dal servizio non sei matto.
Ne segue un dialogo surreale, che riassumo a memoria:
“Dottore, c’è un sacco di gente che vuole uccidermi!”
“Perché dici questo?!?”
“Perché mi sparano tutte le notti!”
“Ma quando? Dove?!?”
“Quando vado a bombardare le città tedesche”
“Ah beh, ho capito, sì, ma non è che sparano proprio a te”
“Altro che, è proprio a me che sparano!”
Maniscalchi
Quello che dovrà succedere succederà, è difficile, probabilmente impossibile opporsi alla marea che sale - basta non chiamarlo, per favore, progresso, perché è ancora tutto da dimostrare che al di là di un’ovvia abbondanza materiale tutto questo abbia favorito, favorisca o favorirà un miglioramento del modo in cui viviamo.
C’è un modo di cercare la soluzione all’interno del problema? quali incantesimi propone la tecnologia per sopperire a tutto questo e affrontare un cambiamento dell’ambiente economico e competitivo, quello promosso dall’avvento dell’AI, che produrrà gli stessi tsunami delle rivoluzioni precedenti, ma in uno spazio temporale molto più breve?
Forse non possiamo salvare il mestiere di traduttore, perché l’atto di tradurre sta diventando una commodity svolta da strumenti tecnici; ma possiamo usare gli stessi strumenti per favorire un apprendimento che proprio perché rende banale la parte tecnica e funzionale, può addentrarsi nel dominio dei significati e della cultura.
Il vostro stregone ha una certa esperienza nella mediazione culturale all’interno di un ambiente lavorativo; intendo quelle situazioni che prevedono che gente di un paese lavori con e per gente di un altro paese; e sa quanto questo sia difficile.
Non è questione di English proficiency, di parole, di grammatica o sintassi; è piuttosto questione di significati.
La tolleranza rispetto all’eccessiva complessità; il modo di concepire e trattare l’autorità formale e quella sostanziale; la preferenza data al ragionamento concettuale rispetto a quello numerico e matematico; l’attenzione all’ambito regolato rispetto a quello occupabile in modo autonomo; l’importanza data al lavoro di gruppo rispetto al protagonismo individuale; tutte queste e altre ancora sono le autentiche barriere culturali e, se vogliamo, linguistiche (parlare è pensare) che costruiscono la moderna babele.
Com-prendere
Potrebbe essere che sia finita l’era della traduzione da una lingua a un’altra, per inaugurare quella della comprensione reciproca?
Questa sarebbe la vera “intelligenza”, artificiale o meno.
Se la nuova tecnologia servirà per aprire questi spazi, sarà feconda, e positiva, e umana; altrimenti si ridurrà all’ennesima industrializzazione forzata, carne in scatola invece di quella alla brace, panini molli e insipidi invece di gustose michette, scipiti assistenti vocali che mi aiutano a fare più velocemente le stesse edulcorate, ripetitive, noiose cose di sempre. Solo di più, come se la quantità significasse qualcosa.
E ora … un po’ di musica
Giallo è il colore dei capelli del mio amore, al mattino quando ci alziamo; blu è il colore del cielo, verde il colore del grano che brilla nel campo, al mattino quando ci alziamo; dolce è la sensazione che provo quando la vedo; e sono questi i momenti che più amo. Perché “libertà” è una parola che uso raramente senza pensare al giorno in cui sono stato amato.